mercoledì 8 ottobre 2014

Adam Wild: Gli schiavi di Zanzibar



L'ultimo arrivato in casa Bonelli ha avuto subito un forte impatto sulla mia vita. Erano anni che non dormivo così bene.

Già dalla conferenza conferenza stampa in cui è stato ufficialmente presentato, avevo presagito qualche problema di coordinamento temporale per questa nuova serie. C'era il sentore di trovarsi di fronte ad un prodotto creato per gente di altri tempi, come se la Bonelli lo avesse ibernato negli anni '50 e scongelato sessanta anni dopo, forse per errore forse per una studiata operazione commerciale che prevede canguri spaziali e macchine a patate, ma di cui ancora non possiamo vedere lo schema finale.

Adam Wild è uno scozzese, un esploratore, un avventuriero senza macchia né paura, pronto a ergersi come paladino anti-schiavista nell'Africa Nera di fine XIX secolo. Come tutti gli eroi classici è tormentato dal suo passato, è spaccone, arrogante e tutto avvolto in un buonismo che farebbe vomitare Madre Teresa. 
La sua avventura parte dall'isola di Zanzibar, polo schiavista arabo, dopo l'arrivo del suo nuovo finanziatore, il nobile italiano Narciso Molfetta, un damerino deciso a seguire le orme dell'esploratore Livingstone. I due sono accompagnati da due schiavi liberati: Makibu, amico di Adam, e Amina, principessa decisa a riprendersi quello che le è stato tolto.
Di nuovo questa serie non sembra avere un bel niente. A partire dallo stile del personaggio che, citando l'introduzione di Manfredi stesso, è definito:

"Questo è il nostro protagonista. Mi è piaciuto rievocare i classici eroi dell'avventura, quelli vitali, energetici, con pochi conflitti psicologici, quelli capaci di sorridere persino durante un duello, quelli che si buttano e risolvono le situazioni senza starci troppo a pensare."

Insomma un progetto che nasce già vecchio... e che si è sempre pensato come tale. Come fa un protagonista, nel 2014, ad avere pochi "conflitti psicologici"? Come fa ad essere ispirato a personaggi come quelli interpretati da Douglas Fairbanks e Errol Flynn? Oltretutto è invincibile. In questo primo albo non si trova mai di fronte ad un pericolo che lo metta alla prova, mai di fronte ad antagonisti che non siamo più che marionette che cadono di fronte a lui. 
E' evidente che non si cerca di dare nuova linfa, cercando lettori nelle nuove generazioni, ma si vuole consolidare il vecchio pubblico. Un albo per vecchi lettori di vecchie storie. Un albo che avrebbe colpito per la sua innovazione se fosse uscito una decina di anni dopo il primo Tex.

Una nota positiva, che rende leggermente più umano Adam, è la sua mancanza di scrupoli quando si tratta di uccidere (sempre ignobili schiavisti e/o bastardi trafficanti) e l'azzeccato inserimento del personaggio nel periodo storico. Ho apprezzato il particolare che vede Adam scagliarsi contro gli schiavisti ma lasciar passare come normale il traffico d'avorio, evitando di cadere nel buonismo eccessivo e in una visione troppo moderna della questione... fino alle ultime pagine. Non ce l'hanno proprio fatta e lo hanno dovuto fare anche diventare paladino degli elefanti... 

Sinceramente lo considero un prodotto da evitare se non siete amanti (sfegatati, aggiungerei!) del genere.

Adam Wild 1
Gli schiavi di Zanzibar
Sergio Bonelli Editore
3,30 €
Ottobre 2014