mercoledì 24 aprile 2013

Corvino Parte II



Lo scudo riflette gli ultimi raggi ramati del giorno. Mani lorde di sangue stringono con ferocia il bordo affilato sopra le spalle. Mattoni, sabbia e colonne. Muscoli, sangue e ossa. L'intera Arena sembra trattenere il fiato. In questo momento gli occhi degli Dei e degli uomini sono su di me. Adrenalina lungo i polsi, le braccia, la schiena. Sangue chiama sangue. L'arco mortale e poi il colpo. Il bronzo si piega sotto la forza dell'urto. Un suono limpido e metallico e l'uomo che chiamano Ebano giace a terra. Il collo piegato in una posa innaturale, come un ramo secco colpito dal fulmine. Lupi ululanti, gridano alla Luna la follia del gesto. La folla è in delirio. La Madre non ha reclamato la mia anima nemmeno questa volta. Scavalco il cadavere del mio avversario, ma non del mio nemico, mentre lacrime bollenti scorrono fino a terra.

"Arena, accetta il mio dono. Guida la mia lama. Sostieni il mio scudo. Rendi la mia anima immortale e da te, madre, ritornerò. Sangue chiama sangue."

Preghiere nel vento. Sollevo lo scudo ammaccato sopra la mia testa. Un gesto di sfida agli uomini sui palanchini, uomini ammantati di stoffe e dalle caraffe piene di liquido speziato. Agnelli ciechi travestiti da lupi vedono nel mio gesto solo un atto di sottomissione. Ma io in questo momento non sono sottomesso. In questo momento sono Figlio e Marito della Dea Arena, e nessuno, in cielo, in terra o nei mari è più in alto di me. Il sudore penetra nelle ferite ai fianchi lanciando fitte fino ai talloni. Solo ora mi accorgo di avere un pugnale conficcato nella coscia. Cedono le gambe, la notte stende un velo davanti ai miei occhi.

"Madre, sto tornando da te?"

"No, figlio mio."

"Son infine libero?"

"La libertà va conquistata"

"Sono tanto stanco..."

"Lo so, figlio mio. Ma non è ancora giunto il momento di riposarsi."

"Sono troppo stanco..."

 "Presto. Ma non ora. Ora va' e rendimi fiera."

La luce di una candela tremolante. Un occhio è troppo pesante. Mattoni rossi. Rumore di acqua e sangue. Una pezza bagnata sulla fronte e un limone in bocca. Il mio corpo è scosso da spasmi. Qualcosa mi tiene bloccato su un tavolo d'assi. Cinghie.

"Hai la febbre altissima" 
Uomo...

"Le ferite sono molte ma non così gravi. Credo l'ultimo coltello fosse avvelenato"
Chirurgo...
"Corvino... Se muori qui la mia anima avvelenerà la tua coppa al banchetto degli Inferi!"
Galeno!

Tizzone ardente, la gamba pulsa. Il medicus la stecca rapidamente. Il piano non può subire ritardi. Mi alzo. La stanza ruota. Sangue e bile risalgono in gola. Non c'è tempo. Galeno diventa il bastone della mia vecchiaia. Ah, crudele ironia. Vecchie ossa e una mente affilata ma nessuna possibilità di fuggire. Il carro ci aspetta. Facce buie, drappi neri, umore ancor più scuro.

"Ti porteranno al porto. Una volta lì dovrai andare al Tempio. Loro sapranno cosa fare."

Una pacca sulla spalla. L'ultimo congedo. Mi dona un sacchetto. Erbe per il dolore. Guardo per un'ultima volta il vecchio. I suoi capelli luccicano nivei sotto la luce della luna. Troppe volte mi ha donato la vita. Mentre il carro si avvia sulla strada deserta, prima che la città si risvegli, porto una mano al petto verso il vecchio. Alza debolmente una mano poi solo un cappuccio nero tra le mura granitiche e immortali.

"Addio, padre"

Scivolo nel buio del dolore e delle erbe, con una spada nella mano.




domenica 21 aprile 2013

Superman - Terra Uno (vol. 1)



In preda al furore scatenato dalla lettura di Superman: Red Son, con la ferma decisione di un cane idrofobo, volevo andare a recuperare quegli albi che, da troppo tempo, guardavo con diffidenza. Dopo diversi sedativi, l'occhio (ma soprattutto il portafogli) è caduto su Superman - Terra Uno (vol. 1). Fin dall'uscita delle prime tavole e dei primi studi dei personaggi anni fa (nel 2010 mi pare), il mio animo nerd ha cominciato a fremere. Soprattutto quando spoilerarono immagini del genere...



Quando ho saputo che J. Michael Straczynski (o Stracchino, come è conosciuto nella comunità e nei forum degli addetti ai lavori) avrebbe scritto Superman, son letteralmente balzato giù dalla sedia... solo per poi scoprire che era rotta una rotella, ma questa è un'altra storia. Perché, vi chiederete voi? Perché, si chiede la signora della finestra accanto che mi vede ballare nudo dopo la doccia? Vi rispondo io mentre abbasso le tapparelle. Perché ero appena uscito dalla lettura di Rising Stars e da un mondo supereroistico davvero (finalmente!) originale. Quindi le mie speranze erano tutte riposte in una rivisitazione con i contromaroni (come si dice ad Oxford).
Un Superman più al passo coi tempi, giovane, oscuro e (lo so, è un in parte una contraddizione) umano? Magari. Un nuovo reboot? Quasi. Diciamo che l'universo Ultimate della Marvel ha fatto scuola e la DC è voluta salire anche lei sul carro dei vincitori. 


L'albo comincia bene, con un Clark fresco fresco di college che si trasferisce a Metropolis per cercare una sua identità nel mondo. Mentre capisce di poter fare qualsiasi lavoro, dal giocatore di football allo scienziato, interviene una ben scritta Martha Kent che ho apprezzato particolarmente perché gli parla come una vera madre farebbe. Tutto l'albo è permeato di questa sofferenza per una scelta che vede da un lato la solitudine e l'infelicità personale per una vita da passare al servizio degli altri, dall'altro la consapevolezza di non star facendo abbastanza ma vivere la propria vita, libero di fare qualunque cosa.
In questo Stracchino è un mago, soprattutto con dei buoni dialoghi pregni di sentimento vero, ma non tira fuori quella vena di originalità che ci si aspetterebbe da lui. Costretto dai dogmi di un personaggio che ha compiuto da poco 75 anni, avrei voluto osasse di più. Ciò che rende notevole il personaggio, questa sua particolare sensibilità, è forse il punto debole della storia. Vengono usate troppe pagine per analizzare questa sua sensibilità, rendendo la lettura un po' noiosa verso la metà dell'albo. Son 70 anni che vediamo un Clark trentenne lottare per trattenersi, mi sarebbe piaciuto si fosse sfruttata l'occasione per ribaltare qualche equilibrio del personaggio. Peccato. Stracchino si scontra anche con le solite problematiche date dalla mancanza di elementi per celare l'identità segreta di Superman, e che sono uno dei più grandi dilemmi che accompagnano il personaggio.
Ci son trovate carine invece quando inizia la vera e propria azione nel fumetto. Una minaccia proveniente dal passato (erano anni che volevo scrivere questa frase!) di Clark rischia di distruggere il Pianeta e costringe Superman a fare una scelta. 
Ai disegni Shane Davis, a cui va un applauso. Tavole davvero coinvolgenti. A sorpresa proprio Superman in divisa non mi ha convinto troppo. Al contrario il nemico graficamente è veramente fico (ricorda Lobo e per chi mi conosce sa quanto apprezzi la cosa) e in più ti lascia con quel senso di complotto intergalattico ancora da svelare che mi farà acquistare sicuramente il secondo volume. Sciapa e un po' inconsistente Lois Lane, mentre un grande pregio dell'albo sono Perry White e Jimmy Olsen, personaggi ben strutturati. Vi lascio così:

"Mio padre diceva che tutti hanno qualcosa nella propria vita, qualcosa per cui c'è la tua vita prima di quella cosa, e la tua vita dopo. Quel qualcosa può essere sposarsi, avere un figlio, perdere un genitore, avere un cancro, trovare l'amore... Questa è stata una cosa del genere su scala mondiale, Jim. Credo che nessuno là fuori capisca davvero cosa significhi questa cosa. Il mondo è appena cambiato, profondamente e irrevocabilmente"
- Lois Lane



Continua...

venerdì 19 aprile 2013

E poi...

Al trash non c'è mai fine

E poi ci son notti in cui vai a dormire e sei sicuro non ti sveglierai più.
E poi ci son giorni che ti svegli e pensi di essere in un'altra casa.
E poi ci son mattine che guardi il frigo vuoto e ti viene da piangere.
E poi ci son pomeriggi che sai che quell'amicizia durerà per sempre.
E poi ci son sere che quella cena non la digerisci proprio.
E poi ci son persone con cui è inutile stare a insistere.
E poi ci son telefonate che: "sì, tra cinque minuti".
E poi ci son canzoni che sembrano parlare di te e per te.
E poi ci son frasi che rimangono bloccate in fondo alla gola.
E poi ci son parole che vengono dette troppo in fretta.
E poi c'è Cristina D'Avena che canta con i Gem Boy.
E poi c'è un foglio bianco che ti sfotte.
E poi ci sono le ultime lettere delle frasi sopra che unite formano la parola "Cosplay".
E poi stavo scherzando.
E poi la scelta è sempre tra lavorare per vivere o vivere per lavorare.
E poi ci son queste dannate carte che non si vogliono proprio accoppiare.
E poi ci son ceste dei panni sporchi piene.
E poi ci son facce che non ricordi.
E poi ci son foto talmente trash che non puoi non metterle nel blog.
E poi ci sono i Simpson che cambiano doppiatori.
E poi ci sono giorni in cui scopri parole nuove.
E poi ci son compleanni improvvisati.
E poi è sempre meglio di come te lo eri immaginato.
E poi è sempre uno scegliere il male minore.
E poi c'è gente che se ne va in Australia.
E poi non è solo gente ma qualcuno a cui tieni tanto.
E poi ci son serate che non sei troppo grande per i Lego.
E poi ti accorgi che hai fatto una lista di "E poi...".
E poi devi andare che è tardi...



mercoledì 17 aprile 2013

Corvino Parte I



Il corridoio è buio e umido. Fuori il sole non perdona: cuoce le pietre, brucia la pelle, tramuta in acqua il senno. Qui sotto non c'è posto per tutto questo. Il fiato si condensa in nuvole bianche davanti alla mia bocca. Attendo al mio posto. L'odore di muffa mi riempie le narici mentre le mura tremano, rilasciando nell'aria piccole gocce di condensa. Granelli di polvere scivolano tra le fessure dei mattoni. La cicatrice spessa e dura sulla mia guancia prude e pulsa. Un buon segno. Sangue chiama sangue. Stringo la spada saggiandone il peso e recito una preghiera alla Dea dell'Arena. La litania sgorga dalle mie labbra quasi senza accorgermene.

"Arena, accetta il mio dono. Guida la mia lama. Sostieni il mio scudo. Rendi la mia anima immortale e da te, madre, ritornerò. Sangue chiama sangue."

Uno dei due soldati, quello grasso, apre la porta in un tripudio di cigolii mentre l'altro batte il pugno sul petto nella mia direzione. Sa che mi aspetta solo la morte ma i suoi occhi dicono molto di più. Sa che chi vive nell'Arena non muore mai. Il vento, fuoco e fiamme in un mondo di ghiaccio, sferza la mia pelle nuda. Ruggito di mille leoni, la folla mi chiama. Dal limitare della zona d'ombra osservo, attendo al mio posto. Il corpo decapitato di Grutos giace riverso al centro dell'Arena mentre il Gigante sogghigna a braccia alzate verso la folla. Tra i suoi piedi una grossa ascia resta muta e immobile nella sabbia. Quando mi vede, sputa un grumo di sangue a terra. L'araldo urla sopra la folla accaldata.

"Gigante! La gloria è tua! Vai a riposarti e che si dia inizio a un altro scontro!"


Solo mentre il Gigante si allontana vedo che il mio sfidante è già arrivato. In ginocchio, nella zona d'ombra al di là dell'Arena, sta sussurrando qualcosa, forse una preghiera a uno dei suoi Dei dalla faccia di animale. Il sudore scivola sulla sua sua pelle scura come il carbone, facendo risaltare i potenti fasci di muscoli. Ebano lo chiamano. Forte come un orso e letale come un pantera dicono.
Urla l'araldo sopra il frastuono.

"Brava gente di Lypolis! Eccoci all'incontro più atteso di questi Giochi! Di fronte a voi i due gladiatori più letali dell'intero mondo! Pronti ad entrare, solo uno uscirà da questa Arena sulle sue gambe! Ecco a voi, Ebano! Ha abbattuto più di cento nemici nella sua carriera, fossero essi uomini o bestie feroci. Le due spade sono le zanne dell'uomo che viene chiamato la Pantera. Tenete le vostre donne in casa contro quest'uomo proveniente dalla fine del mondo. Si dice possa soddisfare un'intero bordello di navigate professioniste nella stessa sera. Ahr ahr ahr! Dall'altra parte, Corvino! Veloce come serpente corallino e altrettanto letale. La sua spada ha bevuto il sangue di Thorgar il Titano e di Lunar Mandimartello. Ha strangolato con le sue mani il fratello ed ora è qui nell'ultimo girone degli Inferi. Il sangue di chi bagnerà quest'oggi la sacra sabbia della nostra Arana? Scopriamolo! Si facciano avanti gli sfidanti!

Abbasso la celata dell'elmo e avanzo nella sabbia macchiata di sangue. Lo sento nelle orecchie. Sangue chiama sangue. Sarà un buon giorno per morire.








Questa è la prima parte di un background di un personaggio per un'avventura di un gioco di ruolo, ambientata in un mondo simile all'Antica Roma.

lunedì 15 aprile 2013

Recensione: Underworld Awakening - il Risveglio



ATTENZIONE SPOILER

"Underworld? Sì, l'ho visto. L'unico film con protagonista un sedere"
- Chiunque sulla saga di Underworld

"Che recitazione! Che trama! Che caratterizzazione dei personaggi!"
- Walter* su Underworld

"..."
- Chiunque
perso nei riflessi dei pantaloni della protagonista


E' tardi a casa Testagrossa ma il ritorno del figliol prodigo, Marco Orecchienormi, ci spinge a festeggiare, mangiando come non ci fosse un domani e vedendo un film. Nel database da tempo ci aspettava l'ultimo capitolo di Underworld, il quarto della serie. Il primo film, uscito ormai la bellezza di dieci anni fa, ci proponeva la buona vecchia guerra Vampiri contro Licantropi, un mondo "normale" ignaro della sua situazione e anche un pizzico di intrigo. Il tutto fasciato da un paio di pantaloni di pelle attillati. Ah, no. Quello è il sedere di Kate Beckinsale. Comunque il primo film non è affatto male.

Visto il successo, tre anni dopo cercano di replicare, creando un mix con gli stessi ingredienti (sedere della Beckinsale, botte, sedere della Beckinsale e così via). Il risultato non è buono come il primo ma è comunque un film che si lascia guardare, nonostante si ricada nel problema dei personaggi overpowered (problema che affligge la maggior parte dei film del genere, vedi Blade).
Primo piano dei due protagonisti
Passano altri tre anni, in stile Star Wars, ed esce un prequel, a detta di molte delle mie personalità abbastanza inutile. Non si sentiva affatto il bisogno di questo film anche perché tutti i punti oscuri erano già stati rivelati nel corso del primo film. Ma il vero motivo per cui non è andato bene, era una sorta di mancanza di alchimia, di alcuni particolari, come se non venissero rispettate le regole base dei precedenti film. Ah, ecco. Non c'è il sedere della Beckinsale. Uno sgarbo bello e buono fatto a tutti gli amanti della... saga.

Arriviamo così al quarto capitolo. L'inizio, anche se un po' già visto, ti coinvolge presentando uno scenario in cui Vampiri e Licantropi sono stati scoperti dagli umani. Le epidemie (vampirismo e licantropia son presentati com virus) dilagano e costringono i governi ad indire la legge marziale.
Stacchiamo e 12 anni dopo scopriamo che Selene (il viso che dà voce al sedere della Beckinsale) è stata catturata, ibernata e sottoposta ad esperimenti. Già da qui cominciamo con le scene senza senso, utili solo a far capire a lei che siamo nel futuro e a noi che... niente, che forse era meglio scegliere un altro film. Si susseguono quindi delle presentazioni di personaggi di cui non si sentiva proprio il bisogno, alternate a scene di combattimento completamente prive di pathos. La scena più bella è quella dell'inseguimento da parte dei Licantropi mentre loro sono in macchina. Avete mai notato come nonostante bestie enormi e mostruose saltino da una macchina all'altra, distruggendo tutto, gli autisti intorno continuino a guidare come niente fosse e le persone sui marciapiedi facciano finta che non stia succedendo niente?

Ci svegliamo dal coma indotto e ci troviamo davanti una relazione madre/figlia che ha la potenza emotiva di uno spaventapasseri affetto dal morbo di Unghelons, quella malattia che porta il soggetto a fare un faccia da deficiente qualsiasi siano le notizie che arrivano alle sue orecchie. Ad un tratto la svolta. Il film raggiunge un picco di assoluta perfezione in questo momento...


 ... momento in cui in sala c'è una standing ovation!!!
Con un'incredibile colpo di scena il film non si chiude, mettendoci davanti alla minaccia di un ulteriore sequel.

Ma il film non è solo un insieme di idee carine sviluppate male, devo spezzare un lancia a favore degli effetti speciali che forse (beh, son passati dieci anni effettivamente) sono i migliori dell'intera saga. I nuovi Licantropi in CGI sono meglio dei pupazzoni dei film precedenti.
Che dire?

Voto 4 solo perché Kate ci regala comunque scene che rimarranno nel nostro immaginario.

Momento da infarto in Underworld 2



*Ancora? E vatti a leggere la recensione di Giòn Carte' !!!

domenica 14 aprile 2013

Superman: Red Son



Ok ok, lo ammetto. Superman: Red Son è un figata. Ci sono arrivato tardi. Direi dieci anni dopo.

Io d'abitudine mi muovo con lentezza. Non sono uno di quelli che si fionda in fumetteria, e fare file chilometriche, per accaparrarmi prima del mio vicino un albo, non è nelle mie corde. Nemmeno quando deve uscire un titolo che stuzzica molto la mia fantasia. Mi dico sempre (perché sì, parlo da solo): "lo recupererò" o "lo comprerò su internet". Ovviamente non c'è nulla di più sbagliato.
"Lo recupererò" di solito può portare a due conseguenze. L'albo sparisce dalla faccia della Terra. Chi è stato abbastanza scaltro da acquistarlo subito, lo tiene in una nicchia apposita a casa e ogni sera sacrifica vergini in suo onore. Otterrei più facilmente il permesso dal Papa di sputare nella sua tiara, piuttosto che quello di poter sfogliare l'albo. E glielo ho chiesto al Papa eh. La seconda opzione è invece quella di ritrovarmelo davanti in ogni fumetteria, edicola, salumeria e/o ferramenta. Insomma nessuno se lo è voluto comprare... e di solito non è proprio indice di qualità! La conferma di solito arriva quando con dieci bustine di dash te lo regalano.
"Lo comprerò su internet" è strettamente collegato al primo punto. Se è introvabile in fumetteria io ogni volta (ogni dannatissima volta) mi illudo di poterlo trovare su internet. Al grido di: "Questa è la volta buona!" (perché sì, oltre a parlare da solo urlo anche) passo mezza nottata a digitare caratteri sul web. Dopo che mezzo universo ha capito che mi venderei reni e renne, raggiungo l'illuminazione. Il prezzo medio dell'albo raggiunge cifre che seguono la legge di Fruzzolone: il numero di euro che serve, è direttamente proporzionale al numero di annunci che leggi e inversamente proporzionale al tempo che passi a lavare i piatti nella settimana. Per farla breve, non c'è speranza a meno che tu sia il sultano del Brunei (o Roberto, il mio amico lavapiatti al ristorante al centro, ma questa è un'altra storia).

Il tocco di classe: la copertina futurista

Ma passiamo al vero e proprio Superman.
Intanto dico: "Grazie RW Lion". Perché me lo hai ristampato, dandomi modo di non ripetere l'errore fatto dieci anni fa. 
E' il 1995 quando Millar si pone una semplice domanda: e se l'astronave di Superman avesse sbagliato mira e fosse finita nel blocco sovietico?
Ci mette (anche lui!) quasi dieci anni a rendere questa semplice domanda una storia con un capo e una coda, e visto il risultato direi che era il tempo giusto.
Io personalmente adoro i "What if" e gli "Elseworlds", tutte quelle serie che sradicano i personaggi classici dalle loro fondamenta e fanno vivere loro avventure in tempi e luoghi diversi, molto più delle serie regolari che, dopo un po', stufano anche.
Superman: Red Son ne è l'esempio lampante. 
Il buon vecchio Superman mantiene le caratteristiche che lo contraddistinguono da sempre: una forza di volontà fuori dal comune, l'ideale della pace a ogni costo, super poteri classici (al limite della Golden Age). Solo che non sono al servizio dello Zio Sam, ma piuttosto della visione comunista portata avanti da Stalin. 
Supes prenderà proprio il posto di quest'ultimo e renderà il mondo un immenso blocco simil-sovietico, a cui si oppongono ovviamente i soli Stati Uniti, capeggiati da Lex Luthor (tra i migliori letti finora). Con l'aiuto di personaggi classici della mitologia dell'universo DC rivisitati (come un Batman terrorista, che ho apprezzato particolarmente), Millar (alla penna) e Dave Johnson/Kilian Plunkett (ai disegni), ci fanno vivere forze e debolezze di due fazioni che hanno fatto della Guerra Fredda il loro stile di vita.
Vorrei dire tante cose su questo albo e sulla sua storia, ma son sicuro che finirei per rivelare passaggi che colpiscono particolarmente se letti per la prima volta.

Consigliatissimo. 


P.S. Non fate come me! Correte in fumetteria (perché io non ve lo presto, mi mancano ancora tre vergini da sacrificare!)

giovedì 4 aprile 2013

Addio e grazie per tutte le brioches


Come un bandito dopo aver assaltato la carovana, ho detto addio a tutti i miei buoni propositi di dieta. Mi sono sparato una brioche ripiena grossa quanto un cocomero per poi vagare, ubriaco di crema, in giro per la città. Da tempo non uscivo con la mia amica, tanto che sembra quasi una rimpatriata più che una passeggiata, e quale migliore scusa ci potrebbe essere?.
La mia amica (che d'ora in poi chiamerò Elliot e ora capirete perché) ha una simpatica particolarità che ricorda tanto Elliot Reid, il personaggio della serie Scrubs. Ogni racconto che riguarda una persona che lei conosce, finisce sempre allo stesso modo:



Ma a parte questo Elliot è una buona amica e, come ogni buona amica farebbe, incoraggia la mia passione per i fumetti, e per quel che riguarda lo scrivere in generale, e ogni tanto cerca di darmi buoni consigli o spunti da cui trarre ispirazione. Il problema è che, vista la sua particolarità accennata sopra, se ne esce con questioni inquietantissime. Ma il peggio di sé (con affetto, per carità) lo dà quando tira fuori dal suo zaino, degno del gonnellino di Eta Beta, di tutto e di più.

Seduti al bar...

"Prendi, guarda" porgendomi uno strano bloc notes.
"Bello..."
"Sai con cosa è fatta questa carta?"
"Uhm, con carta riciclata proveniente dai fogli da cui ti avevo fatto leggere la mia prima bozza di progetto?"
"No, ritenta."
Noto solo ora l'immagine di due elefanti sulla copertina.
"Hanno ucciso dei poveri elefanti per fare della carta?" (ok, lo ammetto, questa domanda era stupida ma me ne sono accorto un millesimo di secondo dopo averla formulata).
"Quasi"
Mi accorgo ora che gli elefanti sono di spalle.
"Con..."
"Cacca di elefante, già"
"..."

Ora capite perché esco così poco con lei...

Proseguendo nella galleria degli orrori del suo antro diabolico, comunemente chiamato zaino, Elliot tira fuori quello che SEMBRA un normale quaderno. Nel fare il gesto di tirarlo fuori dalla sacca, mi sembra di intravedere roba di tutti i tipi: penne, strane erbe, libri che manco la bibbia di Gutenberg, forse una testa umana...

"Scrivici una storia sopra..." mi dice quando lo sto per aprire. Mi prendo un attimo per osservarlo: troppo anonimo, troppo ordinario per appartenere a Elliot. La cosa mi puzza.

Apro il quaderno e mi ritrovo una serie di simboli strani, scritti con una grafia così piccola che devo sacrificare le mie ultime diottrie per leggerli. E' un quaderno pieno di formule matematiche, schizzi fatti a penna, frasi lasciate lì a fermentare e... scontrini. Decine e decine di scontrini. E su ogni scontrino c'erano altre frasi e altre formule!
Alzo la testa e vedo Elliot guardarmi trionfante, come se mi avesse regalato il Codice dei Piani Infiniti (momento nerd! momento nerd!), con un sorrisetto che sembra dire: "Non ringraziarmi. Ti cedo volentieri tutto quel ben di Dio. Fanne buon uso..."

Ormai ho capito tutto. I numerosi suicidi. Il suo sorrisetto. Il testo sacrilego. La testa umana nello zaino. Unisco anche l'ultimo puntino. Elliot è una seguace di Satana!!!

Ringrazio con un cenno del capo mentre i miei occhi sfrecciano a destra e a sinistra, cercando un modo per dileguarmi. Camminiamo ancora un po', lei sembra non aver notato il mio disagio. Il mio stomaco gorgoglia oramai saturo di brioches e crema. La pancia gonfia mi appesantisce ma mi dà l'occasione che aspettavo. Fingo un mal di pancia da record mondiale con triplo carpiato... e ci casca! Mi allontano e montando in motorino mi guardo indietro.

"Addio e grazie per tutte le briosche"

martedì 2 aprile 2013

Recensione: Le 5 Leggende (Rise of the Guardians)



(ATTENZIONE SPOILER)

"Bene! Bravi! Bene!"
- Michele (della tribù dei Testagrossa) dopo aver fatto uso di droghe

"Ma non c'è nessun buco di trama! Non mi piace!"
 - Walter* un po' scocciato su Le 5 Leggende

"Bene! Bravi! Bene!"
- Michele (della tribù dei Testagrossa) mentre cerchiamo di inibirlo

Stasera il gruppo si allarga. Davanti alla tv siamo in 5, in più c'è il padre di Michele Testagrossa che un po' in disparte a volte guarda e a volte traffica con il pc.
Dopo tante critiche positive sentite in giro, decidiamo di vedere "Le 5 leggende". Mi avevano detto che non potevo perdermi questo film, essendo io un grande appassionato (qualcuno direbbe ossessionato) di Babbo Natale. 

In questa epoca di super squadre non potevano mancare i pezzi grossi dell'immaginazione, ovviamente rivisitati per il 2012. Riuniti contro un nemico comune ci sono:
Babbo Natale, slitta futuristica, laboratorio gestito da yeti e tatuaggi su entrambe le braccia!
Coniglio di Pasqua, enorme, armato di boomerang e doppiato da Hugh Jackman!
Fatina dei denti, mezza donna e mezza colibrì, con il suo esercito di fatine e la sua ossessione per i denti.
Sandman, l'uomo dei sogni, è muto ma comunica tramite la sua sabbia dorata e con quella spacca culi!
Jack Frost, lo spirito della neve, nonché protagonista della storia, comanda la neve e il gelo.

Tutta la storia gira intorno al fatto che questi esseri sono strettamente legati a quanto i bambini di tutto il mondo credano in loro. Maggiore la loro fede, maggiori i loro poteri. Per questo il nemico, Pitch Black, l'Uomo Nero che è vissuto sotto i nostri letti e che per alcuni ci vive ancora (e che ha dei gregari spettacolari), cerca di far perdere loro credibilità, colpendo i riti che li contraddistinguono. Impedisce che i bambini trovino i soldi sotto il cuscino, che trovino le uova di Pasqua, che facciano bei sogni, etc. A quanto pare solo un nuovo membro, Jack Frost, può fermare l'Uomo Nero. Come ogni buon protagonista però non si vuole unire all'inizio alla combriccola. Alla fine che farà secondo voi? Vabbè, stavolta non possiamo davvero lamentarci. Anche perché il motivo è ben costruito attraverso la storia (chi ha detto Giòn Carte'??).

Il film è gestito bene: accontenta i grandi, con una buona storia, e i piccini, con tutta l'ambientazione, e ti fa ridere per una buona ora e mezza. 
La Dreamworks si è davvero superata graficamente. Cito una su tutte: il bastone di Jack Frost che si congela in un punto diverso ogni volta che lo tocca. Tutti i personaggi fantastici, protagonisti o gregari, dagli yeti tuttofare alle uova giganti, oltre ad essere graficamente ineccepibili, hanno la capacità di farti ridere, cosa non affatto facile a parer mio.
Una menzione particolare va fatta per gli elfi di Babbo Natale: sono fi-chis-si-mi! Il loro vestito è tutto il cappello!!! Geniale! 



Ok, dopo questa mia ultima frase forse ha ragione chi dice che sono un fissato di Babbo Natale...

Unica nota dolente: il film è pensato per gli abitanti oltreoceano. A partire dai personaggi come Sandman, che da noi proprio non esiste, passando per alcune feste come la caccia alle uova di Pasqua. Tradizioni che non sono nella nostra cultura e che quindi privano forse il film di alcune citazioni e gli spettatori di immedesimazione.  
Ah, un'altra cosa. Una frase finale di un bambino non ha senso. Della serie: "Ora ho capito che dobbiamo fare!" e... punto. Finito lì. Kaput. 
Nonostante questo il film è bello e lo consiglio vivamente.

Voto 7,5 su 10




Datemi un elfo!! Ne ho bisogno!




* Se non sai chi è Walter vatti a vedere la recensione su Giòn Carte'!!