sabato 29 gennaio 2011

Sabbia e Sudore

… L'ho trovato! Si è infilato in un magazzino di Cantus, a detta delle mie fonti, vuoto. E' passato quasi un anno da quando ho lasciato il porto di Amoq, Baker, Sim, quella che consideravo la mia casa, per cominciare le mie ricerche. Per andare dietro a lui. Lo avevo quasi beccato a Tulimport. Se solo la pioggia non avesse coperto le tracce in quei vicoli bui. Per non parlare della volta sui canali di Emmath. Se l'era cavata solo grazie al passaggio di quella chiatta. Indubbiamente aveva del fegato: buttarsi da un'altezza di trenta metri e atterrare sul telone di una barca non è da tutti. Ma ora è qui e non voglio lasciarlo scappare.

Qualcuno mi serra la bocca impedendomi di muovere la testa. La mia mano corre veloce alla cintura quando il freddo contatto di un coltello sulla pelle del mio collo mi invita a fermarmi. Il cuore mi scoppia nel petto pompando il sangue che, come un tamburo, mi martella nelle orecchie. Mi sento completamente inerme e ancor più bruciante è la consapevolezza di essermi fatto cogliere così di sorpresa. E io che mi credevo uno furbo!
Lentamente la stretta intorno alla mia bocca si allenta, ma sento ancora il morso del freddo acciaio. Una voce gracchiante, come artigli su pietra, mi apostrofa:

-Perché continui a seguirmi, ragazzino?

Mi spinge in avanti e, per quanto libero dalla minaccia del pugnale, continua a tenermi sott'occhio. Il mio stupore raggiunge il suo apice quando guardo il mio assalitore, l'uomo con il turbante, la mia preda. Ora mi domando chi fosse la preda e chi il cacciatore. Si muove in maniera sinuosa e i suoi occhi mi squadrano, studiando ogni mia mossa. Ripete la sua domanda:

-Perché mi segui, Ur?

Mi si gela il sangue nelle vene. Come fa a conoscere il mio nome? Istintivamente faccio un passo indietro.

-Pensavi che nessuno si accorgesse di te? E' dal giorno della Fiera ad Amoq che mi stai dietro, quasi un anno.

Assume una posa più rilassata come se non fossi una minaccia. Ha ragione. E' evidente che non possa essere una minaccia per lui.
Giù in strada un rumore di passi. Uomini armati. Un guizzo passa nei suoi occhi come se stesse soppesando qualcosa. Morirò qui, lo so. Raddrizzo la schiena e mi preparo al suo colpo, conscio del fatto che non posso sfuggirgli.

-No! Non mi arrenderò così. Anche se non ci sarà partita, combatterò fino alla fine. Che abbia un po' da penare!

Le guardie si stanno avvicinando. Improvvisamente mi fa un cenno con la mano, mi invita a seguirlo. Con la sua solita velocità, velocità che mi colpì subito appena lo vidi e che ho potuto apprezzare maggiormente durante la mia Cerca, si volta e si dirige su per la grondaia. Ha movimenti da ragno, mentre io faccio fatica a superare il muro sopra di noi. Cominciamo un lungo percorso per i tetti della città. Dentro e fuori case di sconosciuti, sopra e sotto archi, porte e scale. Un labirinto fatto di tegole, comignoli, pietre e mattoni. In silenzio. Mai una parola, mai un sussurro, solo cenni. Fermati, andiamo, nasconditi, fermati di nuovo. Passiamo più di un'ora in giro fin quando non arriviamo in un piccolo magazzino male illuminato.
Qui mi invita a sedermi su una cassa chiusa e dopo essersi accomodato si ferma a guardarmi. Comincia a parlare e a liberarsi il viso dal turbante bianco. Una voce che non avevo mai sentito. Una voce diversa da quella gracchiante e aspra che mi apostrofava fino ad un'ora fa.

-Bene. Te la sei cavata bene. Non eccellente ma buono. Senza contare che sei riuscito a seguirmi fino a qui da Amoq, superando varie prove che ti avevo messo sulla strada.
So perché mi hai seguito, anche io ero come te. Bada, ti farò questa offerta solo una volta. Vuoi che sia la tua Guida?

Rimango a bocca aperta. E non solo perché la persona che ho seguito per quasi un anno è una donna, bellissima per giunta, ma perché finalmente ero arrivato alla fine del mio viaggio. Ce l'avevo fatta!
Ancora troppo emozionato per parlare vedo che lei, lui...lei sta aspettando una mia risposta. L'unica cosa che riesco a fare è annuire.
Si alza con la sua solita leggerezza e comincia a girarmi intorno.

-Dovrò lavorarci su, sei ancora una pietra grezza ma vedo in te le potenzialità per risplendere.

Mi sento lusingato e un po' impaurito dalle sue attenzioni. Si ferma davanti al mio viso e mi porge una mano.

-Puoi chiamarmi Smeraldo.

Stringo la sua mano coperta dal guanto, deglutendo vistosamente. Lei sorride, un sorriso di scherno che mi fa ancora più arrossire, si volta e, dopo essersi rimessa il turbante, si avvia verso una porta della stanza.

-Ci siamo riposati abbastanza. Seguimi.

Io mi affretto dietro di lei. Sto fantasticando su mille avventure quando una domanda si forma improvvisa nella mia mente:

-Cosa diamine è una Guida?


TO BE CONTINUED...

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